Suor Giuseppina

La piccola Jeanne Rumèbe nacque il 18 ottobre 1850 nel villaggio di Milha e visse ad Aspet, vicino a Tolosa (Francia). La sua infanzia è stata segnata dai favori divini e dalle attrazioni della grazia...

Quando aveva cinque anni, si disse: "Quando sarò grande, venderò tutto quello che possiedo e avrò abbastanza per andare a Gerusalemme, dove voglio vivere e morire". Infatti, vivrà e morirà sulla collina di Qiryat Yearim, ad Abu Gosh, un grande villaggio del comune di Gerusalemme.

Il 24 giugno 1857, la madre la porta in campagna ed entrambe si fermano sotto un melo. Erano le 11 del mattino. Jeanne vide una colonna molto grande che si innalzava dalla terra verso il cielo. E su questa colonna molto ampia vide un trono su cui sedeva nostro Signore. Era la festa di San Giovanni Battista, e si sarebbe potuto chiedere a Giovanna: "Che cosa sarà questo bambino?"... Anche lei, in futuro, sarà una precorritrice!

Era solita andare in qualche angolo solitario dove rimaneva unita a Gesù per ore. Le insegnò ad adorarlo nel Santissimo Sacramento. E più tardi dirà: “Mi sono offerta bambina. Non avrei il coraggio di rifarlo. Avrei paura. Ma la sofferenza c’era. Non gli chiedo di guarirmi, ma di sollevarmi” [1].

Piena di carità per i poveri e per le anime del purgatorio, a 17 anni si reca in pellegrinaggio a Lourdes per capire la sua vocazione. Un chiaro segno la indirizza a Marsiglia verso “le Suore di San Giuseppe dell’Apparizione [si riferisce all’apparizione dell’Angelo Gabriele che rivela a San Giuseppe il mistero dell’Incarnazione]”. Quest’ordine di suore missionarie aveva la sua casa madre a Marsiglia.

St joseph chapelle des soeurs a qyriat yearim amelioree

I primi due anni sono stati difficili per colei che era stata educata con molta delicatezza, perché era sempre malata e non era abituata a certi lavori.

"Nei primi giorni del suo postulato, come era consuetudine per un giorno di adorazione, il Santissimo Sacramento era esposto nell’ostensorio prima della Messa. Era un giorno di festa. Nel suo racconto, la sorella non specifica quale fosse la festa. Aveva piamente assistito alla Messa e fatto la Comunione, calma e raccolta, senza nulla di straordinario nel suo fervore. Dopo essere tornata al suo postulato, ha alzato gli occhi per guardare l’ostensorio. O miracolo! Era scomparso, cioè non lo vedeva più, ma al suo posto vedeva nostro Signore abbagliante di gloria e di maestà. Sotto i piedi aveva fiamme rossastre che avevano la forma di una montagna. La suora sospirò: "Oh, oh, oh!", mentre Gesù riempiva il suo cuore di abbondanti grazie d’amore e di luce divina, e da quel momento comprese veramente l’Eucaristia. Le braccia del Salvatore erano tese come a dire: "Vieni! " [2].

Cosa significasse la montagna di fuoco, lo avrebbe capito solo 50 anni dopo: alla benedizione della prima pietra della Basilica di Nostra Signora dell’Arca dell’Alleanza sulla Montagna Santa di Qiryat Yearim, in Terra Santa.

Ammessa alla professione religiosa, che all’epoca era perpetua, prese i voti il 26 novembre 1868.

All’inizio, suor Giuseppina si recò in Terra Santa per curare i malati, prima a Giaffa e poi a Gerusalemme, ma presto fu inviata a Cipro come riserva durante un’epidemia di colera e si ammalò lei stessa. Era così malata che non riusciva a esprimere nulla. Fu allora che suor Maria di Gesù Crocifisso arrivò al suo fianco in modo straordinario. Si trovava allora nel convento delle Carmelitane a Betlemme. Suor Giuseppina si accorse, mentre le parlava, che le sue stimmate brillavano e davano luce, e che la vedeva sospesa in aria con le braccia in croce. Suor Giuseppina si sentì improvvisamente guarita.

Nel 1879, suor Giuseppina torna nella sua casa di Gerusalemme. Il conte di Piellat aveva iniziato ad acquistare terreni fuori città e propose di costruire l’attuale ospedale St Louis. Suor Giuseppina gli fu di grande aiuto nella realizzazione di questo progetto nel 1880 e, quando le difficoltà finanziarie le impedirono di andare oltre il piano terra, fu lei a completare l’opera e a portarla a termine con successo [3]. Aveva persino chiesto a Dio di darle 10.000 franchi per costruire una piccola casa per adulti morenti. Ben presto ricevette la somma necessaria per il suo piccolo annesso. Il medico non è arrivato in questa anticamera del Paradiso, ma suor Giuseppina sapeva come preparare i suoi pazienti morenti ad entrare in Paradiso.

Suor Giuseppina si dedicò con zelo alla fondazione delle Case di San Giuseppe e alla fondazione di diversi conventi, del monastero di Latroun e del convento delle Riparatrici per l’Adorazione Perpetua del Santissimo Sacramento, che durò circa vent’anni prima di essere bombardato nel 1948.

Nel 1901, la R.M. Celina, superiora generale della Congregazione delle Suore di San Giuseppe dell’Apparizione, visitò il sito e tornò a Gerusalemme stupita. Ha detto: "Voglio che Qiryat Yearim venga acquistata. Conosco suor Giuseppina e le affido questa fondazione. Le do tutti i permessi e voglio che il fondo di Qiryat Yearim sia separato da quello dell’ospedale.

Suor Giuseppina aveva ricevuto da una cugina francese la somma di 5.000 franchi in oro, che mise subito sotto una lastra nella sua stanza, felice di avere i mezzi per iniziare la fondazione di cui era responsabile. Si recò dai Padri Bianchi, che conosceva fin dal loro arrivo a Gerusalemme e ai quali aveva spesso reso grandi servizi, per chiedere l’aiuto di Fratel Luigi nell’acquisto di un terreno. Quest’ultimo firmò l’acquisto per 20.732 fr. Ma la modesta somma di suor Giuseppina fu miracolosamente moltiplicata al momento dell’acquisto.

 

Josephine

All’inizio, come si può facilmente intuire, suor Giuseppina fu accolta molto male. Diverse volte, i proiettili le fischiarono sopra la testa, soprattutto un giorno, mentre stava tranquillamente salendo la collina. Nella proprietà appena acquistata vicino alle Benedettine, fece costruire un dispensario che organizzò al meglio. La gente rimase subito stupita, poi ammirata, da questa eroica operatrice di carità che prodigava le sue cure con tanta devozione e disinteresse, senza mai chiedere uno stipendio. Al contrario, distribuì doni di ogni genere ricevuti dalla Francia. L’iniziale ostilità degli abitanti del villaggio era così scomparsa, lasciando il posto a un’atmosfera di rispetto e fiducia.

Un nativo che stava lavorando sulla collina scoprì una linea di pietre che delineava l’abside di una chiesa mentre stava togliendo delle sterpaglie. Fu il conte di Piellat a portare alla luce la basilica. Le fondamenta rivelano che non c’era solo una basilica, la "Basilica dei Fiori", ma anche un grande monastero, il "Monastero del Bianco Celeste". Non appena la basilica è stata scoperta, a Tifflis, in Russia, è stato rinvenuto un ordo del VII secolo con questa intestazione: in Palestina, a Kariat-el-Enab [= Qiryat Yearim], festa dell’Arca del Signore il 2 luglio [4] [che è anche, in passato, la festa della Visitazione di Maria presso Elisabetta].

Nel 1912 il Capitolo generale si svolse a Marsiglia. Madre Célina Le Bouffo è stata rieletta superiora generale. Si appellò immediatamente a Suor Giuseppina perché si unisse alla Casa Madre; la sua intenzione era quella di trattenerla in Francia e, senza dubbio, di coinvolgerla nel governo. Suor Giuseppina prese il primo battello e arrivò a Marsiglia. Ma pregò i superiori di permetterle di tornare in Palestina e le fu concesso.

Eccola di nuovo sulla Santa Montagna, ancora attiva e ancora più in preghiera. Nel 1913 fu completato il convento delle Suore di San Giuseppe dell’Apparizione e fu avviata la Casa di Accoglienza. Volgendosi verso l’Occidente, suor Giuseppina moltiplica i suoi appelli al Signore Gesù. Contemplò il mare in lontananza e gridò: “Gesù! Attraversate il Mediterraneo! Lasciatevi trasportare dalle onde: andate in Francia a cercare anime d’amore che verranno ad adorarvi sulla Santa Montagna. Chiamate, chiamate le anime dell’amore!” [5]

Durante la guerra del 14/18, suor Giuseppina dovette tornare in Francia e rimase a Lione. Incontra la famiglia Revoil, una madre vedova, due figlie (Anaïs e Julie) e un figlio (Joseph): ottiene la guarigione della madre e annuncia a Joseph la sua vocazione sacerdotale. Anaïs diventa Suor Marie de la Trinité e Julie Suor Marie de l’Arche d’Alliance, entrambe nella congregazione di San Giuseppe dell’Apparizione.

Dopo la guerra, i tre arrivarono gradualmente a Qiryat Yearim, senza opere particolari, aiutati da padre Pel e da suor Donatine, una sorella maltese che condivideva la stanza di suor Giuseppina a Qiryat Yearim.

Sempre a Lione, Giuseppina incontrò padre Chevrier e padre Crozier, che era stato un grande amico di Charles de Foucauld. Fu soprattutto padre Pel, professore al collegio di Belley, a condividere il sogno di suor Giuseppina sull’opera di adorazione prevista per la "Montagna Santa". Li incontreremo più tardi sulla cima di Qiryat Yearim. Per il momento, tutti questi sacerdoti erano desiderosi di inviare a suor Giuseppina le loro ragazze, soprattutto quelle che si sentivano chiamate alla vita religiosa.

Finalmente, è arrivato il momento di tornare in Terra Santa. Suor Giuseppina si fermò alla Casa Madre di Marsiglia, dove c’erano diverse sorelle anziane. Indicandole a una delle sue "figlie", suor Giuseppina disse: "Dovete avere tutte queste sorelle in venerazione. Sono state tutte martire del dovere..." [6].

Tornata nello stesso luogo della casa di Abinadab e delle rovine della prima basilica dell’epoca bizantina, suor Giuseppina continuò a curare i poveri malati che continuavano ad arrivare dai villaggi circostanti. Era chiamata "Sorella Camomilla" perché con la sua buona camomilla (e la sua preghiera) molti malati si sentivano meglio. Contemporaneamente fece costruire il convento e il santuario mariano della Nuova Arca dell’Alleanza.

La prima pietra della basilica fu benedetta l’8 gennaio 1920 dal cardinale Dubois, con il titolo "NOSTRA SIGNORA DELL’ARCA DELL’ALLEANZA". La pergamena reca queste parole: "NOSTRA SIGNORA DELL’ARCA DELL’ALLEANZA. ALLA SANTISSIMA VERGINE MARIA, SIMBOLEGGIATA DALL’ARCO DELL’ANTICO TESTAMENTO". [7]

Fu in occasione della posa di questa prima pietra che Suor Giuseppina capì e sentì che le fiamme rosse viste 50 anni prima sotto i piedi di nostro Signore rappresentavano la Santa Montagna dove Gesù vuole essere adorato, amato e consolato dalle anime d’amore.

La basilica è costruita in bugnato sul modello di un’antica chiesa bizantina ricostruita nel V° secolo; devastata dai Persiani nel 614, risorse dalle sue rovine fino alla devastazione di Hakem, il califfo d’Egitto, nel 1010. Un antico calendario liturgico del VII° secolo menziona una festa in onore dell’Arca dell’Alleanza. E le tradizioni orali arabe ricordano ancora un convento o una chiesa "dei fiori" risalente a quell’epoca.

Il primo venerdì del febbraio 1920, la "Montagna Santa" di Qiryat Yearim fu consacrata al Sacro Cuore di Gesù (testo scritto da padre Leonide Guyot, Assunzionista, su richiesta di suor Giuseppina). Possiamo fare nostra questa preghiera:

“Signore Gesù, per diritto di conquista, come per dono speciale del tuo Padre celeste, tu sei l’unico vero Re del genere umano. Il tuo Cuore divino, che ha tanto amato l’umanità, ha fame e sete di regnare su tutti, di comunicare a tutti i tesori delle tue misericordie e le fiamme del tuo Amore.

Per rispondere a questo ardente desiderio e lavorare più efficacemente per l’estensione del tuo Regno, le tue figlie, le Suore di San Giuseppe dell’Apparizione, si prostrano umilmente ai tuoi piedi, o Gesù, e ti pregano di accettare l’omaggio di quest’opera ad Abu Gosh. Sono felici di consacrare oggi al tuo Sacratissimo Cuore questo monte e tutte le opere che ti piacerà stabilire lì. Sì, Signore Gesù, che il tuo Cuore amorosissimo prenda possesso di questa terra e di quest’opera da oggi in poi, che si degni di fare di questa terra il suo luogo di riposo e di quest’opera lo strumento delle sue divine misericordie su tutto il paese circostante.

 Per quanto è in noi, o nostro dolcissimo Redentore, anche noi ti consacriamo e ti sottomettiamo in anticipo, con il desiderio del nostro cuore, tutta questa immensa regione e tutti coloro che la abitano dalle pendici del Carmelo fino ai confini dell’Egitto: ti offriamo più in particolare i piccoli bambini che la morte sta per falciare e i malati che infermità più ripugnanti rendono più degni della nostra compassione. O Gesù, ricordati, te ne preghiamo, della sete ardente che ti consumò sul Calvario quando pensasti a tutte queste anime, e non permettere che il nostro appello sia inutile per nessuna di quelle che vogliamo raggiungere. Poiché solo in te possono trovare la via della verità e della vita, non cessare di tendere loro le tue braccia e di far risplendere su di loro la luce pura e il calore vivificante del tuo Sacratissimo Cuore: da quest’Arca del Nuovo Testamento, come in passato dall’Arca dell’Alleanza, esca un fiore di benedizione e porti ovunque intorno a noi i beni della pace e della salvezza eterna. Da questa cima, come da un trono di grazia, o Gesù, comanda e regna finalmente su tutta questa regione con il fascino della tua divina carità.

In cambio, ti preghiamo, Signore, di assistere potentemente con le tue grazie e di colmare con i tuoi favori tutte le anime che si dedicheranno a quest’opera, tutte le nostre famiglie, la nostra famiglia religiosa e specialmente la nostra Reverendissima Madre Generale.

E che queste acque del Mediterraneo, o misericordioso Salvatore, come un tempo portarono il Vangelo a tutti i popoli, e come tuttora portano in tre continenti le benedizioni di Nostra Signora del Monte Carmelo, ricevano da questa cima a te consacrata e portino le benedizioni del tuo Sacratissimo Cuore a tutti i Paesi che bagnano, ma soprattutto alla Francia, la tua terra preferita dopo la Terra Santa e il Regno di tua Madre”.

La costruzione della nuova chiesa procedette rapidamente.

Le colonne dell’atrio sono quelle scavate, mutilate, dalla vecchia chiesa.

Le belle lastre di marmo bianco nascondono antichi mosaici con cui erano decorate tutte le navate. Questi antichi mosaici si estendono oltre il recinto della nuova chiesa, a destra e a sinistra, per adornare, sembra, lo spazio delle 4e e 5e navate.

Il coro è costruito nei limiti esatti dell’abside precedente. Una venerabile pietra, sbozzata, giace lì, evidentemente conservata di proposito, nel santuario stesso dell’antica chiesa. Alla luce delle recenti scoperte archeologiche, è ragionevole considerarla una reliquia del luogo in cui Cristo risorto apparve ai pellegrini di Emmaus.

Il frontespizio reca in alto una croce di pietra intarsiata con mosaici e contenente una preziosa reliquia del legno della vera croce [8].

J1 la croix portant les reliques de la ste croix eglise de qyriat yearim

Suor Giuseppina contemplava il Divino Crocifisso trionfante e glorioso in una visione d’amore: “Gesù vuole essere lì”, diceva, “con la sua Croce trionfante e la sua Ostia radiosa” [9].

Ricordiamo il nostro commento al Vangelo di Emmaus. Sulla Croce, Gesù non salva se stesso, e così facendo ha trionfato sulla grande tentazione di Satana. È il Servo di cui parlava il profeta Isaia, colui che giustifica le moltitudini. L’Ostia del memoriale del suo Sacrificio irradia e giustifica le moltitudini: ci adegua a Dio!

Sulla facciata bianca spicca un altro mosaico, con lettere rosse su sfondo blu punteggiate di stelle dorate: "Alla Vergine Maria, Arca dell’Alleanza".

Durante la costruzione della chiesa, nella notte tra martedì e mercoledì santo del 1922, la Madonna le apparve sulla sommità della basilica. Era una visione soprannaturale: la sorella non era fuori, ma dentro la casa. La basilica appare non come era allora, ma come sarebbe stata in seguito, completata. Maria esultava di gioia e di benedizioni. In primo luogo ha guardato verso Gerusalemme e ha chiarito che voleva essere ritratta come se guardasse verso Gerusalemme. Poi guardò verso Saint John nel Montana, poi verso il mare e poi verso la Francia. "Che vita ha avuto Maria, che gioia, che movimento, che espressione nei suoi gesti, nelle sue braccia tese, per dire che voleva estendere le sue grazie da qui fino ai confini del mondo.

Suor Giuseppina chiese a padre Stephen, l’architetto, come si potesse collocare una grande statua della Vergine in cima all’edificio. I progetti erano già stati redatti e i lavori erano ben avviati. Un problema difficile. Ci pensò su e rispose: "È possibile. Me ne occupo io. Progettò una sorta di pilone in cemento traforato, non propriamente parte dell’abside bizantina. Questo esile supporto termina con un basamento che rappresenta l’Arca dell’Alleanza affiancata da due discreti Serafini. È tra questi esseri angelici che riposerà la Vergine Maria, estremamente graziosa e bella, con in braccio il Figlio Gesù che presenterà al mondo l’Ostia, la Manna del Nuovo Testamento. Il monumento fu completato solo nel 1931 e inaugurato solo il 21 novembre dello stesso anno [10].

Sull’opuscolo prodotto nel 1924, suor Giuseppina scriveva: “Onorata all’interno del santuario, Maria apparirà anche all’esterno [...]: sorgerà una statua, la nuova Arca dell’Alleanza tra i due arcangeli, san Michele e san Gabriele, rivolta verso la Città Santa e tenendo in braccio suo Figlio Gesù, lo mostrerà e lo donerà al mondo”.

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In seguito, Suor Giuseppina vide spesso una grande Ostia sul lato della Basilica. Confessò poi che, mentre raccontava al Padre di questa apparizione, sul lato della Basilica si formò una grande Ostia che irradiava come il sole, con una luce celestiale, alla quale quella del sole non può essere paragonata [11].

Nell’ottobre del 1924, Padre Pel tornò in Francia, per non farvi più ritorno. Il 9 novembre 1925, Joseph Revoil, allora 37enne, fu ordinato sacerdote nella basilica: la fiaccola fu innalzata. Morì sul "monte santo" il 25 marzo 1969, mentre stava per fare il saluto eucaristico.

Nel giugno del 1927, quando Giuseppina soffriva molto, Santa Teresa di Gesù Bambino apparve a Suor Giuseppina durante la notte e le disse come guarire le sue gambe. Le ha anche detto "prendo questa casa sotto la mia protezione!" [12]

Giuseppina entrò in agonia nel momento in cui i Padri Benedettini stavano cantando la Messa TERRIBILIS EST LOCUS ISTE nella chiesa il 31 agosto 1927. Il mattino seguente, 1° settembre 1927, verso le 2, suor Giuseppina Rumèbe si spegne lentamente all’età di 77 anni.

Aggiungiamo che Madame Calliope Abcarios, che visitò Suor Giuseppina qualche tempo prima della sua morte, testimonia di aver visto una corona di spine sul suo capo, e in seguito descrive l’espressione di Suor Giuseppina come molto simile a quella di Gesù dipinto su uno striscione di AMORE MISERCIOSO, sulla sua croce, con la corona di spine di Gesù [13].

Questa "grande donna", come la chiamavano gli arabi di Abu Gosh, fu dapprima sepolta accanto al santuario, e il suo corpo fu poi trasferito all’interno della basilica il 19 novembre 1927. Al suo fianco saranno sepolti anche Madame Revoil, le due figlie Suor Marie de la Trinité e Suor Marie de l’Arche d’Alliance, il figlio Padre Joseph e Suor Donatine.

Accanto alla sua tomba si trovano le statue di San Giovanni Evangelista e di Santa Teresa di Lisieux.

Christ misericordieux

[1] Benoît STOLZ, osb, Chérubin sur la colline de Dieu, Vie de Soeur Joséphine Rumèbe, Fondatrice du Sanctuaire de Notre Dame de l’Arche d’Alliance à Kiryat Yearim. (Imprimatur, Jérusalem le 15 août 1971 + Jacobus Joseph Beltritti, Patriarche.), p. 99
[2] Benoît STOLZ, op.cit., p. 22
[3] Benoît STOLZ, op.cit., p. 35 
[4] Benoît STOLZ, op.cit., p. 35
[5] Suzanne-Marie DURAND, Sœur Joséphine de Jérusalem, Éditions St Paul, 1974, p. 86
[6] Benoît STOLZ, op.cit., p. 80
[7] Benoît STOLZ, op.cit., p. 83
[8] Suor JOSEPHINE, opuscolo realizzato nel 1924 in preparazione alla consacrazione della basilica.
[9] Benoît STOLZ, op.cit., p. 89
[10] Suzanne-Marie DURAND, op.cit., p. 124-125
[11] Benoît STOLZ, op.cit. p. 84 
[12] Benoît STOLZ, op.cit. p. 60
[13] Benoît STOLZ, op.cit, p. 102